Con il Decreto Aiuti del 2 maggio scorso il Governo ha potenziato gli incentivi Industria 4.0, ma solo per quanto riguarda gli investimenti nei software e nella formazione, lasciando invece inalterate le altre agevolazioni 4.0 (per esempio, quella sui macchinari). Il provvedimento potenzia il credito d’imposta sugli acquisti di beni immateriali, e riformula quello sulla formazione 4.0, che sale per chi sceglie la formazione con certificazione delle competenze. In entrambi i casi, si interviene solo per il 2022, mentre per gli anni successivi le agevolazioni 4.0 restano, ma con le aliquote previste dalla Legge di Bilancio.
La norma del decreto Aiuti va a modificare il comma 1058 della manovra 2022 (legge 234/2021). Gli investimenti agevolati sono quelli indicati nell’allegato B annesso alla legge 232/2016. Il credito d’imposta sui beni immateriali 4.0 per il 2022, come abbiamo visto, diventa:
- 50% delle spese per i software acquistati dal primo gennaio al 31 dicembre 2022, oppure al 30 giugno 2023 a condizione che a fine dicembre 2022 sia stato accettato l’ordine con pagamento pari almeno al 20%
In entrambi i casi, c’è un tetto massimo annuale di costi ammissibili pari a 1 milione di euro, e l'incentivo è previsto anche senza il vincolo di interconnessione.
Ma perchè si è interventuto solo per l'acquisto dei software e non dei macchinari?
Lo spiega bene Stefano Valvason - Direttore Generale presso A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie- in una recente intervista: si tratta di un intervento mirato, che va nella direzione indicata dalle associazioni imprenditoriali». Il punto è che le agevolazioni sui software fino ad ora «sono state meno utilizzate rispetto a quelle in beni materiali. Anche perché spesso c’è un ostacolo culturale, l’imprenditore magari spende 1 mln di euro nel macchinario, e poi non fa investimenti adeguati sul software, o sulle competenza del dipendente». Naturalmente, «l’hardware è importante, ma sostenere l’investimento in software significa adeguare e far evolvere l’intera gestione delle imprese». (fonte Industria Italiana Magazine)